Viareggio, imprenditrice derubata insegue il rapinatore lo investe e con il SUV passa 3 volte sul corpo esanime dell’aggressore

Dopo il racconto di quanto accaduto a Viareggio viene da domandarsi se la vita umana valga meno di una borsa firmata, la facilità con cui si uccide è disarmante. Il tutto si è consumato domenica sera nella località versiliana. Cinzia Dal Pino dopo essere uscita dal ristorante dove ha cenato con delle amiche, viene rapinata da Said Malkoun, 47enne algerino senza fissa dimora con piccoli precedenti penali. La Dal Pino, conosciuta in città per essere proprietaria di uno degli stabilimenti balneari più importanti, rincorre con il SUV il suo aggressore, volontariamente lo investe e lo scaraventa per terra come un birillo, esce dalla vettura, riprende la sua borsa e prima di andar via passa con la auto per tre volte sul corpo esanime del nordafricano lasciandolo sulla strada.
La sequenza dei fatti è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza di un negozio e hanno fatto il giro del web prima di essere divulgate dai programmi televisivi di approfondimento e dai Tg. L’aggressore è deceduto poco dopo essere arrivato in ospedale, mentre la signora, dopo essere stata identificata tramite la targa della macchina è stata arrestata dai Carabinieri ed è in attesa della convalida dell’arresto. Nonostante parte del web abbia applaudito ignobilmente al gesto della Dal Pino, da ciò che si è visto l’imprenditrice ha ben poche attenuanti, non regge neanche l’ipotesi dello shock post aggressione, dato che scientemente e volontariamente ha investito Malkoun, ha infierito tre volte sul corpo a terra e ha omesso di soccorrerlo.
Si configurano pertanto i reati di omicidio volontario aggravato e omissione di soccorso. La vicenda ha acquisito anche connotati politici allorchè un consigliere comunale della Lega ha chiesto che non sia configurato il reato di omicidio volontario in quanto la donna è stata rapinata da un nordafricano con precedenti penali, giustificandone in parte la reazione con il sentiment di insicurezza che ormai pervade i cittadini. Probabilmente questo consigliere comunale ha poco presente che viviamo in un Paese con delle leggi e non nel Far West e che soprattutto la giustizia privata non è ammessa.
Stesso discorso vale per i buontemponi che sui social hanno accompagnato l’episodio con commenti irripetibili quali “Perfetto, speriamo la macchina non si sia rovinata”, “mito”, “Cinzia una di noi”, purtroppo esternazioni figlie di una cultura di odio verso gli stranieri propagandata da una determinata parte politica, una caccia allo straniero visto come invasore e usurpatore non si sa di cosa dato che non reputiamo che chi passa le giornate a scrivere idiozie del genere sul web abbia una gran voglia di lavorare.
La domanda grave che sorge alla luce di questo e di altri fatti è la facilità con cui si uccide, lo scarso valore che la società dà alla vita umana, soprattutto la non percezione della gravità dell’omicidio, si stroncano vite come prendere un caffè per poi continuare a fare i fatti propri. Fotografia inquietante di una società che sembra non avere ideali, non avere valori e non avere rispetto per gli altri.
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