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Napoli è avvolta in un velo di profondo cordoglio dopo la drammatica tragedia sul lavoro che ha colpito la città questa mattina.
Tre operai hanno perso la vita in via San Giacomo dei Capri, nel quartiere Arenella, a seguito del crollo di un’impalcatura mobile. Un incidente che, ancora una volta, riaccende l’allarme sulla sicurezza nei cantieri, lasciando un’intera comunità attonita e in lutto.
Erano circa le 9:30 quando il dramma si è consumato. I tre lavoratori, le cui identità non sono state subito diffuse, erano impegnati in lavori di ristrutturazione sul tetto di un palazzo di sei piani, situato all’incrocio tra via San Giacomo dei Capri e via Domenico Fontana.
Secondo le prime, agghiaccianti ricostruzioni, il cestello montacarichi dell’impalcatura mobile, sulla quale operavano, si sarebbe improvvisamente ribaltato.
Questo guasto fatale ha scagliato i tre uomini nel vuoto da un’altezza di circa 20 metri, non lasciando loro scampo.
La scena che si è presentata ai primi soccorritori è stata di un’indicibile gravità. I sanitari del 118, giunti rapidamente sul posto, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso dei tre operai, vittime di un impatto violentissimo.
L’area è stata immediatamente isolata e messa in sicurezza dai Vigili del Fuoco, mentre il silenzio e la desolazione hanno preso il posto del rumore del cantiere.
Sul luogo del disastro sono subito intervenuti gli specialisti della Polizia Scientifica per i primi rilievi, affiancati dagli ispettori del lavoro. L’obiettivo comune è raccogliere ogni elemento utile a comprendere l’esatta dinamica di questa inaccettabile fatalità.
La Procura di Napoli, sotto la guida del procuratore Nicola Gratteri, ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità. È stato disposto un sopralluogo immediato e approfondito sul cantiere.
Le indagini si concentreranno non solo sulla ricostruzione degli attimi del crollo, ma anche sull’analisi approfondita delle condizioni del cantiere, l’adeguatezza delle attrezzature utilizzate e la stretta osservanza delle normative in materia di sicurezza sul lavoro.
Si cercherà di capire se esistevano falle nei dispositivi di protezione o mancanze nelle procedure che avrebbero potuto prevenire questa ennesima, tragica perdita di vite umane.
La notizia ha rapidamente varcato i confini partenopei, suscitando immediate reazioni a livello istituzionale. La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha espresso il suo profondo dolore per l’accaduto.
“Sono addolorata per quanto accaduto stamattina a Napoli. Sul posto ci sono già gli ispettori del lavoro e i carabinieri. Sono in attesa di avere tutte le informazioni su questa tragedia: sulla sicurezza il nostro impegno resta totale. Il mio cordoglio va alle famiglie delle vittime”, ha dichiarato.
Le sue parole, seppur sentite, risuonano come un amaro promemoria di un impegno sulla sicurezza che in Italia, troppo spesso, si scontra con una realtà di incidenti che non accenna a diminuire.
La tragedia dell’Arenella si aggiunge a una lunga lista di morti sul lavoro, un bilancio che continua a essere intollerabilmente alto. Ogni cantiere, ogni fabbrica dovrebbe essere un luogo dove la vita e l’integrità fisica dei lavoratori sono la priorità assoluta.
L’auspicio, amaro ma necessario, è che questa ennesima tragedia serva da monito definitivo per rafforzare controlli, investire massicciamente in prevenzione e garantire che il diritto al lavoro non sia mai sinonimo di rischio per la propria esistenza.
Le indagini sono appena iniziate, e la città attende risposte e giustizia per i tre operai che oggi non faranno ritorno a casa.