Gintoneria, Stefania Nobile: “Le ragazze erano un danno, mangiavano scampi e caviale e bevevano champagne senza pagare”
#image_title
Il caso Gintoneria si arricchisce di un nuovo capitolo, il locale di Milano meta di molti vip e personaggi facoltosi finito lo sorso marzo al centro di una inchiesta di droga e prostituzione, è tornato alla ribalta nei giorni scorsi per il patteggiamento a 4 anni e 8 mesi del proprietario Davide Lacerenza e a 3 anni della sua ex fidanzata e ora socia, Stefania Nobile, figlia della ex tele imbonitrice, Wanna Marchi. I due potranno richiedere l’affidamento provvisorio ai servizi sociali, intanto hanno dovuto versare circa 900.000 euro come risarcimento, pagati attraverso il sequestro di pregiatissime bottiglie di champagne.
Un caso complesso e intricato di cui Lacerenza e Nobile erano i mentori e intorno al quale giravano una quantità infinita di soldi, droga e ragazze con cui gli avventori del locale potevano trascorrere delle ore in cambio di denaro nel privè “La Malmeson”. A pochi giorni dal patteggiamento, i due, intervistati nel podcast Gurulandia, hanno raccontato la loro versione dei fatti. Per quanto riguarda le dichiarazioni di Lacerenza in gran parte le abbiamo riportate (qui).
L’ex “King di Milano” ha parlato dei suoi eccessi dovuti all’abuso di sostanze che gli avevano fatto perdere il lume della ragione e poi il racconto dei domiciliari, l’ischemia transitoria, gli amici spariti e il desiderio di voler ripartire. La versione di Stefania Nobile descrive invece Lacerenza più come vittima del sistema da lui stesso creato che dell’abuso di droga.

Stefania Nobile: “Le ragazze un danno per l’attività, mangiavano e bevevano gratis”
Stefania Nobile, nel podcast, ha parlato delle ragazze che frequentavano il locale come un danno per l’attività: “Dicono che io odiassi le ragazze, non è che io odio le ragazze, odiavo le persone che speculavano su di lui (Lacerenza ndr), tutte quelle mangiavano e bevevano gratis. Non facevano spendere il cliente, loro dovevano far venire i clienti per farli pagare invece facevano spendere Davide Lacerenza non il cliente. Erano un danno, questo deve uscire, le ragazze che venivano è perché volevano gli scampi, volevano il caviale, volevano lo champagne, volevano le cose giuste. Allora, vuoi fare quello che vuoi fare? Tu vieni in Gintoneria, ti prendi un tuo modesto drink, te lo paghi, aspetti, arriva il cliente che ti offre la cena, bene, la fai pagare al cliente però, non a Lacerenza”
Il ruolo di Davide Ariganello
Davide Lacerenza ha anche chiarito quale fosse all’interno della Gintoneria il ruolo di Davide Ariganello, detto Righello a causa di una sua particolarità fisica, anche lui arrestato nel corso dell’inchiesta insieme ai due titolari: “Davide Ariganello lo ho assunto, era veramente in gamba, lavorava bene, era praticamente il mio braccio destro, la persona di cui mi fidavo ciecamente, io gli facevo assaggiare tutto. Gli dicevo ‘Vieni qua assaggia un bicchiere di Petrus’, lo ho formato io, è stato accusato anche lui ma io non ne ho saputo più niente, l’avvocato suo è un altro e non so lui che fine abbia fatto”
Locale frequentato da gente di spettacolo, sportivi, politici, magistrati, preti e cardinali
Lacerenza e Nobile hanno anche parlato delle frequentazioni del locale, tra le quali quelle di preti e cardinali, “alcuni di loro mangiavano e andavano via” hanno raccontato i due “altri…restavano” : “Da me venivano tutti, perché quello era un ristorante c’erano 100 persone dentro, anche cardinali importanti, da me si mangiava bene, poi alcuni andavano via altri restavano, perché era un locale bello”
About The Author
