Larimar, per la procura si è trattato di suicidio, ancora in piedi l’ipotesi dell’istigazione

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Nonostante nei giorni scorsi i primi risultati dell’autopsia sul corpo di Larimar, abbiano evidenziato delle anomalie, per i magistrati che si stanno occupando del caso si è trattato di suicidio. Per i pm la quindicenne della provincia di Enna non avrebbe compiuto alcun tentativo per liberarsi dalle costrizioni, ma si sarebbe lasciata andare con la corda dell’altalena del giardino di casa, legata al collo nel tentativo di lasciarsi cadere.
La morte sarebbe avvenuta per soffocamento, l’osso cervicale è rimasto intatto, per questo all’inizio l’ipotesi suicidio era stata scartata, anche per le scarpe indossate da Larimar, in un primo momento reputate non sporche di terra nonostante l’albero dove è stata trovata legata e impiccata la ragazza insistesse su un terreno, dettaglio questo smentito dal pubblico ministero.
Nella conferenza stampa indetta dal procuratore Cosentino per aggiornare sull’avanzamento delle indagini, il magistrato ha affermato che “con i dati attualmente in nostro possesso possiamo affermare che si tratta di una morte compatibile con soffocamento per impiccamento, senza segni di lesioni causate da terzi . Questo risulta dalla riconoscimento cadaverica. Tuttavia, attendiamo i risultati dell’autopsia, che saranno pronti nei prossimi 90 giorni, per avere ulteriori elementi di conferma, resta in piedi l’ipotesi di istigazione ”
Cosentino ha sottolineato che la Procura procede, al momento contro ignoti sia per il reato di istigazione al suicidio che per diffusione di immagini illecite e detenzione di materiale pornografico , aspetti emersi durante gli accertamenti sul caso, che hanno portato al sequestro dei cellulari a 8 ragazzi tra amici e conoscenti della ragazza.
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